Lago d’Iseo
Lago d’Iseo
Il Lago d’Iseo, detto anche Sebino, si è formato millenni di anni fa grazie all’attività di erosione e successivamente dal ritiro di un ghiacciaio alpino.
Diviso tra le provincie di Brescia e Bergamo, è solo sesto per estensione nella classifica dei laghi italiani, ma detiene il singolare primato di ospitare l’isola lacustre più grande in Europa: MonteIsola, un vero gioiello verde disseminato di minuscoli borghi e rare ville patrizie. A nord e a sud di MonteIsola ci sono le due isole minori di Loreto e S.Paolo.
Incastonato tra monti e colline, il Lago d’Iseo è un lago diverso da tutti gli altri e deve la sua originalità alla varietà del suo paesaggio ed alle sue bellezze naturali.
Verso nord, il lago d’Iseo è incorniciato dai monti perennemente innevati del ghiacciaio dell’Adamello, dai quali giungono le acque che lo alimentano attraverso il fiume Oglio; a sud, invece, il paesaggio si fa più dolce e collinare. Questi aspetti si affermano prepotentemente in molti tratti delle coste, tra le pareti rocciose che si tuffano a picco nel lago e le dolci colline verdeggianti.
Conosciuto ed apprezzato fin dai tempi antichi da poeti e pittori, il Lago d’Iseo è un luogo affascinante, semplice ma pittoresco, suggestivo e contraddittorio.
Lo stesso Leonardo da Vinci vi soggiornò per un periodo e sembra lo abbia ritratto in numerosi dei suoi dipinti.
Delle varie epoche storiche esistono tuttora imponenti testimoniaze: castelli e torri, chiese e monasteri, ville e palazzi signorili, borghi antichi in pietra, opere d’arte.
Del secolare lavoro dell’uomo restano a testimonianza i terrazzamenti, gli ulivei, i vigneti. Ci sono infine luoghi dove la natura è da sempre sovrana e protetta.
Molti i fenomeni naturali degni di nota: la riserva naturale della Valle del Freddo, le grotte dell’Abisso Bueno Fonteno, le piramidi di Zone, le Torbiere d’Iseo .
Il miglior modo per conoscerlo ed apprezzarlo in tutto il suo splendore è certamente via lago, sul quale si affacciano i paesi lacustri mostrando la loro miglior veste.
Dai porti principali vi è la possibilità di partire a bordo dei battelli per visitare sia MonteIsola che i graziosi paesi rivieraschi.
Il lago d’Iseo offre una vasta e variegata tradizione culinaria: moltissimi sono i piatti tipici da assaporare
L’ambiente ed il clima mite permette di coltivare l’olivo e produrre l’olio extravergine DOP.
Innumerevoli sono gli sport praticabili all’aria aperta, sia in inverno che in estate: i venti che soffiano sul lago permettono di praticare diversi sport acquatici mentre in numerose località circostanti è possibile praticare sport invernali.
Il lago d’Iseo è sicuramente una delle mete più suggestive del nord Italia, dove il tempo sembra essersi fermato.
Montisola
Monte Isola, l’isola più grande dei laghi europei, è una montagna verde al centro del Lago d’Iseo. Recentemente definito uno dei Borghi più belli d’Italia, il comune di Monte Isola comprende sia gli 11 nuclei abitativi che le due isolette di San Paolo e di Loreto, la prima a sud e l’altra a nord.
A Monte Isola sono da sempre abolite le automobili: l’isola è visitabile a piedi o in bicicletta.
Oltre al periplo dell’isola, gli amanti delle passeggiate potranno percorrere sentieri alla scoperta dei luoghi più interessanti e suggestivi.
Si possono percorrere le mulattiere ed i sentieri che dal Lago portano alla cima dell’ Isola dove si trova il Santuario della Madonna della Ceriola.
DA VISITARE:
– Santuario della Madonna della Ceriolo: situata in cima all’isola e da sempre punto di riferimento per tutto il Lago, è un luogo molto interessante per l’aspetto naturalistico-panoramico ma anche artistico.
– Rocca Martinengo – Menzino
– Il Sentiero Naturalistico della Rocca Martinengo
– Il Percorso Storico Architettonico di Menzino
TRADIZIONI, CULTURA E CURIOSITA’
La tipica imbarcazione di MONTE ISOLA: il “Naèt”. Si dice sia nato in un cantiere nautico di MonteIsola molto tempo fa, utilizzato fin dall’antichità come mezzo di trasporto e per l’attività della pesca. Oggi è prodotto dai due i costruttori di barche di Monte Isola nello stesso modo e con gli stessi strumenti di lavoro di un tempo: martello, scalpello, ascia, pialla… e tanta passione.
Le Reti: i primi “retai” furono i monaci cluniacensi dell’isola di San Paolo dai quali i pescatori avrebbero appreso l’arte. Nel 1857 nacque il primo vero retificio a Monte Isola con ben 70 dipendenti. L’attività si espanse fino al momento dell’industrializzazione ed all’arrivo della concorrenza dei paesi asiatici. Ad oggi la tradizione continua grazie alla produzione di reti per lo sport esportate anche a livello mondiale: le reti degli ultimi Mondiali di calcio erano una produzione Montisolana!
Tradizioni culinarie: a Peschiera e Carzano continua da secoli una tradizione culinaria molto interessante: l’essiccazione al sole sui famosi “archetti” e la conservazione sott’olio del Pesce di lago, come la sardina, il cavedano e il pesce persico. Provatelo cotto sulla brace ardente, condito con olio, prezzemolo, aglio e serviti con polenta. E’ un piatto dal sapore intenso e particolare, che secondo la tradizione risale a circa un millennio fa.
A Cure, Masse, Olzano e Senzano la tradizione legata alla pesca e alla lavorazione del pesce lascia il posto a quella dell’ormai noto Salame di MonteIsola . Pochi “esperti” organizzano la lunga e paziente lavorazione del salame nostrano, con scrupoloso rispetto del rituale tramandato da innumerevoli generazioni e che nessuno vuole modificare. Gli emigranti montisolani insistono nell’affermare che lo stesso procedimento fuori dall’Isola non dà gli stessi risultati.
Festa di Santa Croce: a Carzano, ogni 5 anni si rinnova un’antica tradizione dove, per 4 giorni, nell’intreccio di sacro e profano, il paese cerca di affermare la propria identità. Chiamata anche la festa dei 200.000 Fiori di Carta, è ormai famosa in tutto il Sebino e richiama migliaia di turisti. La rigorosa ciclicità rispettata da più di un secolo e mezzo (alcuni sostengono addirittura dal Seicento) e la laboriosa preparazione coinvolge ogni abitante, fa di questa festa una appassionante tradizione dove stupire e meravigliare è il fine, lasciando intatti i canoni di svolgimento: “arcate” di legno ricoperte di rami di pino, fiori di carta, luminarie, spari di cannone, processioni e fuochi sono il copione fisso intorno al quale ruotano attese, sentimenti, competizioni, emozioni.
Le isole minori
Isola San Paolo
Il convento di S. Paolo nasce e si sviluppa con il passare di molti anni sopra un isolotto che all’ inizio era considerato uno scoglio deserto e abbandonato. La denominazione S. Paolo è data dal motivo che l’apostolo Paolo era un navigatore che tante volte affrontò e superò le bufere del mar Mediterraneo, sembra così una identificazione benefica della funzione di rifugio che aveva questo scoglio. Nel XI secolo l’isolotto passò di proprietà della famiglia dei Mozzi, che se ne era impossessata probabilmente illegalmente. Nel 1091 i Mozzi lo restituirono o lo donarono ai monaci cluniacensi, che vi instaurarono un priorato, dipendente però dal monastero bergamasco di S Paolo D’Aragon in Val Cavallina. Il “monasterium exemptum S.t. Pauli in insula Lacus” passò poi di proprietà ( per compera o per usurpazione?) della nobile famiglia Fenaroli di Pilzone, che per rispettare antiche tradizioni del luogo, sacro alla contemplazione, alla preghiera e all’ospitalità, lo cedette ai frati Minori dell’Osservanza, mantenendo però con riserbo la sepoltura gentilizia. Alessandro Fenaroli fu il fondatore del monastero degli Osservanti, morto nel 1525 e sepolto nella chiesa di S. Paolo, davanti alla cappella dell’Immacolata, che aveva eretto a sue spese. Sulla scritta sepolcrale del Rinaldi si afferma che egli fu devoto costruttore di questo convento, e si riporta la data 1490, che gli storici francescani danno come probabile anno d’erezione. I successori del Fenaroli fecero dipingere nel chiostro il loro stemma nobiliare per confermare il loro patronato gentilizio del convento, su cui loro ebbero continuo beneficio fino alla soppressione che avvenne nel Gennaio 1783. Così i 14 frati furono trasferiti nel convento di S. Francesco d’Iseo e l’isola divenne di proprietà privata. Ora è diventata una casa per villeggiature estive e non rimane più niente né della chiesa né del chiostro antico.
Isola di Loreto
La piccola isola di Loreto si trova a nord di Monte Isola, di fronte a Carzano. Ora di proprietà privata, è abitata da molti secoli. Gabriele Rosa vi notò “ruderi di mura e di due torricelle quadrate”, che sono i resti di antiche fortificazioni. Alla fine del XV sec. l’isola diventò proprietà delle Suore di S.Chiara, che erano parte del monastero di Brescia, facendo così erigere un convento. Nel 1910, era già stato costruito un castello in stile neogotico dal cav. Vincenzo Richieri, che intorno ad esso aveva fatto crescere un magnifico parco di conifere, con il porticciolo e due torricelle. Da un’insenatura con due torrette faro, si risale alla villa che ha una pianta rettangolare ed è alta due piani. La villa è di aspetto molto suggestivo grazie alla sua torretta, alle merlature, a muri di pietra chiara ed ad una visione prospettica che si può godere dal lato, dato che si erge su di uno scoglio a strapiombo sul lago.